Cos’è la Compliance aziendale? Una funzione di cui si sente sempre più spesso parlare e spesso senza individuarne il significato e i confini operativi di questo ruolo strategico per la competitività aziendale e, in alcuni casi, anche richiesto dai regolamenti.
L’esperto di Compliance è colui che cura e consolida l’immagine aziendale dal punto di vista della correttezza delle procedure e del rispetto delle norme. Tutto ciò, al fine di non incorrere in sanzioni che potrebbero danneggiare la reputazione dell’azienda nei confronti dei clienti, dei partner e di tutti gli stakeholders in generale. Questo significato ultimo di Compliance vale soprattutto in quegli ambiti di business nei quali la fiducia è un elemento imprescindibile per la transazione.
Non per altro, accordi sovranazionali di settore richiedono espressamente l’attivazione di una funzione Compliance: è il caso di Basilea II per ciò che riguarda il settore bancario o le best practices del settore finanziario-assicurativo. Lo stesso vale per le imprese quotate in borsa che fanno, della sicurezza nel mantenimento di uno standard qualitativo alto, lo strumento necessario nel rapporto con gli investitori.
Ciò che differenzia la Compliance dall’Internal Audit è il fatto che quest’ultimo è solo uno dei presidi dei quali si serve la Compliance per un controllo di qualità trasversale tra le varie funzioni aziendali e per l’attività di prevenzione e stimolo per l’attuazione delle buone prassi che salvaguardano l’immagine aziendale anche nel lungo periodo.
Il significato, la funzione e la struttura sulla quale si basa la Compliance possono subire variazioni a seconda delle dimensioni dell’azienda o della realtà nella quale viene attuata.
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